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Cancelled! Come cancellare il passato mette in pericolo il futuro

Credo che oggi tutti sappiano cosa sia la cosiddetta “cancel culture” o almeno credo tutti l’abbiano sentita nominare. Il dottor Leonardo de Chirico, storico, professore, scrittore e teologo riconosciuto a livello mondiale definisce la “cancel culture” in un suo articolo come: «un nuovo tribunale della storia che giudica il passato (remoto e recente) e le sue rappresentazioni con i criteri di ciò che una certa culture neo-marxista e post-moderna considera “corretto” e in vista della “pulizia” del mondo da ogni residuo di tutto ciò che è contro di o diversa da essa.» Continua affermando che: «La “cancel culture” ha un suo canone culturale: la realizzazione di un mondo “nuovo”, dove non vi siano discriminazioni basate sulla razza, sul genere, sulla capacità economica, insomma sulle divisioni tradizionali che la cultura sino a qualche tempo ha ritenuto accettabili a torto o a ragione. La versione attuale della “cancel culture” immagina un mondo con famiglie scomposte, generi fluidi, sessualità sperimentali, relazioni leggere, percorsi educativi monopolizzati dallo stato e inculcanti l’istruzione “corretta”. Insomma, un mondo destrutturato rispetto ad assetti simbolici, sociali e di potere consolidati.» Quindi, brevemente, l’obiettivo è quello di creare l’utopia di una parte dello spettro politico eliminando ogni voce dissenziente che potrebbe ostacolarne la realizzazione. Un fine perfetto e utopico, da ottenere con mezzi discutibili.


Credo che tutti siano d’accordo che il razzismo e la discriminazione sono cose che vanno sconfitte e superate. Il problema sorge quando chi cerca di eliminare il razzismo e la discriminazione crede che ogni idea contraria alla propria sia razzista. «Bisogna eliminare le ideologie religiose o “vecchie” che sono contrarie alle nostre e costringere gli altri a un’egemonia ideologica controllata da noi», dicono. Nel nome della tolleranza sono intolleranti nei confronti di chi osa avere idee diverse. Il libero mercato di idee è il carburante che tiene acceso il motore della storia e del progresso della nostra specie.


Negli ultimi mesi abbiamo potuto assistere a diverse cancellazioni come quelle di Pepé le Pew e Speedy Gonzales di Looney Tunes per aver promosso “rape culture” e “stereotipi offensivi”, del famoso scrittore di libri per bambini Dr. Seuss per immagini “razziste” nei suoi libri, e l’attrice Gina Carano nota per il suo ruolo nella serie Disney+ “il Mandaloriano” per le sue posizioni politiche conservatrici. Questi sono pochi casi ridicoli ma la “cancel culture” non si ferma solo alla sfera culturale del cinema e dell’intrattenimento ma cerca di sconvolgere ogni ambito della società, dall’intrattenimento, all’economia, alla storia, ed è proprio questo il campo più importante. George Washington e Thomas Jefferson sono sotto fuoco per aver posseduto schiavi, nonostante li abbiano liberati e abbiano avuto forti lotte interne contro la schiavitù. Il nome di Abraham Lincoln è stato rimosso da delle scuole perché non ha mostrato che “Black Lives mattered enough to him” … a quanto pare combattere una guerra civile per eliminare la schiavitù non mostra quanto ti importino le vite e i diritti delle persone di colore. Questi ex-presidenti sono pochi fra i tanti esempi di personaggi cancellati.


La “cancel culture” prende le parti peggiori di una persona, piccole e grandi che siano, e crea un’immagine distorta e orrenda di quella persona che viene caratterizzata solo ed esclusivamente dal male fatto senza contribuire un contesto accurato o definire le sue motivazioni. Ti rovina la vita per quel tweet vecchissimo, per quella battuta un po’ offensiva fatta tra gli amici, per video e messaggi privati, e viene completamente accettata e incoraggiata dai delinquenti della nostra società che pensano di contribuire alla società rovinando la vita degli altri sui social media per sradicare ogni opinione dissenziente, creando l’utopia. Non sono solo i personaggi famosi e i personaggi storici a essere cancellati, chiunque può perdere il proprio lavoro, i propri amici, il proprio business, la propria casa, qualsiasi cosa, solo perché non si conforma ai standard di una delle parti più estreme della politica che ormai ha messo in moto ogni organismo della vita americana per raggiungere i propri obiettivi: l’egemonia ideologico.


Recentemente ho scritto un articolo che parlava della libertà di espressione, specificamente sui social media, in cui ho parlato di come i social stanno ostacolando i punti di vista conservatori sulle loro piattaforme. Ma tutto questo non succede solo perché Mark Zuckerberg o Jack Dorsey si alza la mattina e decide di bannare persone a caso, succede perché c’è una grande folla di persone che vuole che succeda, che vuole eliminare altre idee, figure e personaggi e cancellarle dalla storia. Questa è la più grande minaccia alla società di oggi: un gruppo di liberali autoproclamati che bruciano libri, buttano giù le statue, e rovinano le vite degli altri, un gruppo piccolo e radicale che sta controllando sempre di più la vita politica e culturale degli americani.


Se il popolo americano continua a cercare di cancellare parti della sua cultura e della sua storia, allora l’America si distruggerà da solo, ma noi non stiamo in America (e personalmente per ora ne sono contento). Ma anche se non stiamo in America, l’America è diventato sempre più influente sulle altre culture nell’ultimo secolo e questo fenomeno non resterà solo sul suolo americano. Perciò mi pongo una domanda: se l’America va cancellata per la sua storia e per i suoi sistemi corrotti dai suoi peccati passati, anche se non le appartengono ai nostri giorni, cosa dobbiamo dire dell’Italia? Quello americano è uno stato giovanissimo che non ha neanche raggiunto i 300 anni di età e già si è macchiato di così tanti peccati passati che va completamente distrutta. L’Italia come uno stato unificato è ancora più giovane di quello americano, ma ha una storia ricchissima che dura migliaia di anni. Allora l’Italia sarà ancora peggio no?


Iniziamo con un primo punto importante nella cancellazione della storia americana: la schiavitù. Se gli Stati Uniti sono nei guai per aver permesso la schiavitù, allora cosa diciamo della nostra bellissima Roma? Passeggiare per il centro è una delle mie cose preferite da fare, essendo un americano che viene da una piccola città noiosissima il centro di Roma è così vasta e bella che potrei passare, e passo, ore a girare a caso fra le sue strade. Il Colosseo, i fori imperiali, il Pantheon, il Circo Massimo, le Terme di Caracalla: tutti monumenti bellissimi, grandissimi e vecchissimi che attraggono migliaia di turisti ogni anno… ma sono anche dei monumenti costruiti da migliaia di schiavi, infatti il Colosseo è stato costruito da 60,000 schiavi ebrei! I romani non erano solo degli schiavisti, ma anche degli anti-semiti secondo la logica della “cancel culture”. Quindi dovremmo buttare giù tutti i nostri bei monumenti!


Ma va bene, sono passati tanti anni dalla caduta dell’impero romano quindi andiamo un po’ avanti nel tempo. Sempre qui a Roma c’è la sede del papato. Tantissime persone come me amano visitare le basiliche qui per l’arte, le sculture, e l’architettura bellissima di cui si rivestono. Ma quella stessa chiesa cattolica ha compiuto numerose crociate e stragi in ogni parte del mondo per “convertire” i miscredenti. (Potremmo persino dire che la chiesa cattolica attraverso la Santa Inquisizione abbia incoraggiato una certa “cancel culture” nella cancellazione di ogni idea non cattolica.) Hanno ammazzato tantissimi islamici e nativi dell’America del Sud quindi potremmo dire che la chiesa cattolica è islamofoba e razzista nei confronti dei sud americani per ciò che ha fatto in passato... cancelliamo anche loro dai, tutti a bruciare San Pietro!


Però va bene anche quello è successo molto tempo fa quindi vediamo un tempo un po’ più moderno… magari dopo l’unificazione dell’Italia? Nella seconda guerra mondiale l’Italia era da parte dei nazisti e sotto il controllo di un dittatore fascista. Quindi direi che siccome il governo ha permesso una cosa del genere dovremmo completamente distruggere il governo italiano e ogni sua istituzione culturale… solo così raggiungeremo una società perfetta!


Ora, spero che sia chiaro che tutto questo è completa ironia per mostrare la logica ridicola da applicare. Quello che voglio far vedere è che ogni paese ha sbagliato in passato, chi di più e chi di meno, ma non cerchiamo assolutamente di rimuovere ogni memoria della loro esistenza attraverso questa specie moderna di damnatio memoriae che era solito fare nell’antica Roma alla morte di un imperatore o di un politico inadeguato. Non andremo mai a vandalizzare o a buttare giù le statue dei grandi imperatori romani perché fanno parte della storia, della storia degli italiani, e anche nei loro errori bisogna essere fieri di quello che si è come nazione, analizzando il bene e il male e sapendo fare un bilancio equilibrato dei due per una comprensione reale e giusta della propria nazione.


Il grande scrittore e filosofo italiano Niccolò Macchiavelli diceva che bisogna studiare la storia e conoscerla bene per poter imitare gli antichi. Se cancelliamo parti della storia che non ci piacciono come facciamo a imitare gli antichi? Come facciamo a capire come non fare i loro stessi errori? Ogni anno celebriamo la giornata della memoria della Shoah in cui sentiamo sempre lo slogan “per non dimenticare”. Celebriamo questa giornata per ricordare gli errori gravissimi dell’Italia e della Germania per capire come siano stati commessi e come assicurarci di non commetterli più. Sarebbe meglio cancellare i nomi di Mussolini e di Hitler dai libri di storia ed eliminare ogni loro menzione e dimenticare tutto? Impareremmo così? Cambieremmo così? Come dice la Bibbia “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”, la storia si ripete, e dobbiamo imparare per rompere quelle catene di male e d’ingiustizia che continuano a ripresentarsi.


L’impero romano va ricordato in modo da imparare da esso, gli errori della chiesa cattolica vanno ricordati in modo da imparare da essi, e il nazifascismo va ricordato in modo da imparare da esso.


Quindi in che modo si risponde a questa cultura tossica? I modi sono due:


1) Cancelliamo quelli che cancellano, usando le loro stesse tattiche contro di loro con una distruzione reciproca assicurata.

2) Difendendo chi viene cancellato e sostenendoli per assicurarci che chi viene cancellato possa avere un cuscino morbido su cui rompere la propria caduta.


Cosa farà l’Italia quando la “cancel culture” verrà per lei? Lo accoglierà o lo rifiuterà in nome della vera tolleranza che permette la coesistenza di ogni idea per quanto possano essere diverse? Spero che accoglierà quest’ultimo perché così l’Italia costruirà un paese migliore invece di cercare di demolire ciò che le è rimasto.

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