Sistema cinese: il gioco vale la candela?
- 25 mar 2020
- Tempo di lettura: 6 min
In queste settimane il Coronavirus ha attraversato tutte le frontiere e, anche i paesi più scettici come l'America o l'Inghilterra alla fine si sono resi conto, forse troppo tardi, che il Coronavirus aveva già passato i loro confini e che il problema era più grande di quanto sembrasse.
Quali soluzioni del problema abbiamo sentito parlare di "modello cinese" e di "modello Italia". Farei attenzione a consigliare l'applicazione dell'uno così come dell'altro, e vi spiego perché. Il "modello Italia" è quello che fino ad oggi ha più morti nel mondo, per ora, quindi, non sta funzionando. Sappiamo tutti che la Cina è una dittatura: i cinesi sono oppressi dal Partito Comunista e, con la repressione e la violazione dei diritti più basilari, la Cina sta affrontando anche l'emergenza sanitaria. "Modello cinese", "modello Wuhan", significa tutto bloccato, tutto chiuso, senza eccezioni. Non si esce né per la spesa, né per far passeggiare il cane. I beni di prima necessità vengono consegnati direttamente a casa da funzionari del PCC, i prezzi sono gonfiati e la qualità dei prodotti bassissima. Non esistono né isolamento domiciliare, né autocertificazioni per circolare in città. Chi non rispetta le regole imposte dal governo, che coincide con il PCC, viene arrestato, sparisce, e chissà cosa gli succederà. Altre due questioni mi stanno a cuore: i tempi con i quali la Cina ha comunicato al mondo l'inizio e la fine dell'epidemia all'interno dei propri confini, e dunque la veridicità dei numeri ufficiali, ma anche come la Cina interviene nei confronti delle minoranze rispetto al trattamento riservato ai "cinesi purosangue". Al primo quesito possiamo già rispondere riportando quanto detto da Caixin, una testata cinese, ovvero che nel distretto dell'Hubei, tra i nuovi infetti vengono contati solo coloro che al Covid-19 sono risultati positivi e mostrano sintomi. I positivi asintomatici non vengono rivelati dalla National Health Commission (NHC - Commissione nazionale per la salute). Tuttavia, sappiamo che gli asintomatici sono contagiosi. Sappiamo anche che nella provincia nord-orientale dello Heilongjang, al 25 febbraio, si contavano 480 casi di Coronavirus con sintomi, mentre altri 104 individui erano risultati positivi al tampone anche se privi di sintomatologia. Secondo i dati italiani (che sono relativi rispetto alla Cina, e questo per la densità di popolazione delle nostre città, nettamente inferiore a quella cinese, per la differenza tra le culture, eccetera), un infetto da Covid-19 può contagiare in media dieci altre persone. Quindi se 104 positivi vengono trattati da negativi potenzialmente potrebbero contagiare più di mille persone. Dunque il governo di Pechino ha deciso di disporre una quarantena di quattordici giorni per i positivi asintomatici, ma li avrebbe conteggiati tra i nuovi infettati solo se si fossero manifestati dei sintomi. Sempre a Caixin, un membro della squadra di prevenzione di Wuhan ha riferito che nella città, ogni giorno, a oggi (23 marzo 2020), si contano più di una dozzina di nuovi positivi senza sintomi e riferisce anche: "Al momento non possiamo dire se la trasmissione sia stata fermata".
Che la Cina abbia insabbiato l'esistenza e la pericolosità del virus è ormai chiaro a tutti, il Presidente degli USA, Trump, continua a sottolinearlo chiedendo insistentemente spiegazioni al Presidente cinese Xi Jinping. Ma la mia, e non solo mia, preoccupazione, la domanda che ci si pone in queste ore, in questi giorni, è la seguente: è possibile che la Cina stia anticipando la notizia dell'azzeramento dei contagi sul suo territorio? Secondo quanto riferiscono Caixin e la sua fonte sembrerebbe proprio di sì.
Ora veniamo alla seconda questione, ovvero come la Cina abbia, in passato come oggi, trattato le minoranze, come quella uigura. Sono decenni che gli uiguri, una minoranza musulmana che vive soprattutto nella provincia dello Xinjiang, vengono oppressi dal regime, rinchiusi in campi di rieducazione che hanno, tuttavia, i connotati di veri e propri campi di concentramento. Ebbene, gli uiguri che trattamento ricevono dal governo? Vengono ricoverati e curati negli ospedali come gli altri cinesi? O forse il governo lascia che il virus dilaghi in tutta la provincia senza attuare nessun tipo di piano d'emergenza? Il Daily Muslim, giornale dei musulmani d'Italia, afferma che il governo cinese aveva pianificato di lasciare che il contagio si diffondesse nei campi di detenzione. Non sappiamo se questo sia vero, anche se il dubbio era sorto ancor prima di leggere l'articolo del Daily Muslim. In ogni caso, il ragionamento resta il medesimo che si era fatto per le carceri italiane: se il virus dovesse diffondersi in aree chiuse, queste ultime diventerebbero lazzaretti e, mentre voglio sperare che il governo italiano abbia quantomeno l'intenzione di tutelare la salute dei suoi detenuti, so per certo che a un regime sanguinario come quello cinese poco importerà se più di un milione di uiguri verrà infettato dal Covid-19.
Lo spazio è poco, quello di un articolo, e per quanto mi riguarda bisognerebbe lavorare a un dossier molto più approfondito su questa situazione, anche e soprattutto su ciò che sta accadendo nel nostro paese al livello istituzionale. Credo che sia molto grave avere un Presidente del Consiglio che diffonde un suo messaggio ai cittadini tramite Facebook, costringe la Rai a interrompere le trasmissioni in onda, per poi presentarsi con grande ritardo... bisognerebbe ridere per non piangere. La stampa parlamentare, per la prima volta, si è rivoltata, non era mai successo fino ad ora. Quella di sabato scorso è stata una pagliacciata che Conte si sarebbe dovuto e potuto risparmiare. La stessa cosa era successa qualche giorno prima, e il giorno dopo avevamo assistito al Presidente che si vantava perché il suo messaggio su Facebook, ripeto: su Facebook, era stato il più visto in Europa.
Non perché la polemica contro i giornalisti mi appassioni particolarmente, ma perché credo sia necessario e doveroso sottolineare la collusione tra il regime italiano e gran parte della stampa; lunedì ho assistito, e come me altri milioni di italiani, allo show che Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano, ha messo in scena durante la trasmissione della Gruber su La7. Scanzi ha detto, riferendosi più precisamente all'attacco della Meloni a Conte: "Lei (Giorgia Moloni ndr) avrebbe criticato cosa esattamente? L'uso di Facebook? Lo fanno tutti!". Cosa vuol dire "lo fanno tutti"? Somiglia molto quel "questo articolo (o comma, ecc) del regolamento (della Camera o del Senato ndr) è caduto in disuso." che veniva risposto ai parlamentari radicali quando questi ultimi ne esigevano l'applicazione. "La comunicazione istituzionale è un'arte. Questo non è il Grande Fratello.", dice Renzi, come dargli torto? Come dare torto a tutti quelli che hanno lamentato l'assenza di senso dello stato, di rispetto delle istituzioni, da parte di Giuseppe Conte?
Per non parlare del parlamento, chiuso ormai da giorni, che ha delegato al governo i suoi poteri. Non legifera più, non parla più, non si riunisce più, il parlamento italiano. Da destra a sinistra, dalla Lega di Salvini a Italia Viva di Renzi, per passare da Forza Italia con Tajani, decine di parlamentari e alcune tra le forze di maggioranza e opposizione chiedono che il parlamento riprenda le sue attività per intero. "Abbiamo tutti i mezzi per lavorare anche in questa situazione, dobbiamo essere in prima linea come i medici, gli impiegati dei supermercati e i farmacisti", dicono. Anche il Partito Radicale con il Segretario, Maurizio Turco, ha più volte sottolineato che il parlamento delegando ai DPCM e al governo le sue attività, ancora una volta, sta mettendo a rischio la democrazia in Italia. In ultimo, non per importanza, c'è che i media legati al Partito Comunista Cinese hanno divulgato la notizia che l'untore del mondo sia proprio l'Italia. I media cinesi hanno infatti strumentalizzato l'intervista di un giornale americano al professor Remuzzi (direttore dell'Istituto Mario Negri), che aveva riferito di aver osservato strane polmoniti nei pazienti già a dicembre e a fine novembre, e che, quindi, probabilmente, il virus circolava ed era uscito dai confini cinesi già prima della notizia della positività del trentottenne di Codogno. Da qui la propaganda del regime di Xi Jinping si è davvero superata, facendo passare l'Italia per la portatrice del Covid-19 nel mondo. E mentre nei giorni scorsi gli italiani avevano lodato la Cina, Cuba e la Russia (tutti paesi a dittatura comunista) perché avevano inviato medici per darci aiuto nella lotta al Coronavirus, ora non sembra che la notizia dell'accusa da parte del governo cinese sia molto popolare né tra la gente, né tra giornali e telegiornali. Il nostro ministro degli esteri, Di Maio, dovrebbe subito convocare l'ambasciatore cinese in Italia e chiedere spiegazioni. Questa situazione è ridicola. La Cina ha nascosto al mondo l'esistenza del virus, ha lasciato che arrivasse ovunque, che attraversasse tutte le frontiere, l'Italia è stata la prima vittima del silenzio cinese e ora? E ora c'è chi parla, ancora, di attuazione del "sistema cinese"... senza rendersi conto di quanto quest'ultimo procuri danno ai cinesi, ma anche e soprattutto al mondo intero. E' ovvio che il gioco non vale la candela. Non la vale oggi, non la varrà mai.
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