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Simy, dai campetti della Nigeria ai record in Serie A

Uno dei lati più belli e sicuramente più apprezzati del calcio, è che esso spesso regala un futuro a tanti ragazzi che altrimenti non ce l’avrebbero, o che comunque vivrebbero in situazioni complicate. Anche se non tutti riescono ad arrivare nel calcio che conta, oggi raccontiamo la storia di un ragazzo nigeriano che ce l’ha fatta, e che sta stupendo ogni giorno sempre di più il nostro campionato. Il suo nome non è dei più semplici, Simeon Tochukwu Nwankwo, ma è noto a tutti come Simy. Nato in Nigeria, più precisamente a Lagos, sin da subito ha iniziato a giocare a pallone con i fratelli e gli amici per le strade. “Non mi stancavo mai” ha dichiarato in un’intervista rilasciata qualche anno fa al portale Goal.com.


Insomma la classica storiella che spesso sentiamo da parte di chi ha iniziato a giocare, ma per Simy è un po’ diversa: già allora il suo fisico era imponente (ad oggi 1,98 x 84 kg) e il richiamo di altri sport che ne avrebbero maggiormente esaltato questa qualità, come ad esempio l’atletica su tutti, era forte. Ma più forte ancora era la passione del ragazzo per il calcio. Così dopo l’inizio in patria tra le file del Guo FC, ecco la chiamata dal continente europeo: si tratta dei portoghesi del Portimoense che nel 2009 regalano la prima grande occasione a Simy nella seconda serie nazionale : “Ovviamente era un passo importante per me e per la mia carriera, se volevo diventare davvero calciatore era un’opportunità che non potevo perdere”, ha dichiarato sempre nell’intervista a Goal.com.

Fino al 2013 veste la maglia dei bianconeri, totalizzando 68 presenze e 19 reti, prima di trasferirsi al Gil Vicente, sempre in Portogallo. È alla sua terza stagione, nel 2015-2016, che vince il titolo di capocannoniere della Seguenda Division grazie a 20 gol in 43 gare. Nelle tre stagioni nel Gil Vicente giocherà in totale 103 volte segnando 31 gol.

A quel punto il richiamo più forte sembra essere quello dell’Astana, club kazano spesso presente anche nelle Coppe Europee, ma arriva il Crotone e il ragazzo non ha dubbi: “Quando mi hanno detto che c’era la possibilità di venire in Italia, quasi non ci credevo. – ha raccontato Simy – La Serie A è uno dei migliori campionati al mondo e in Nigeria è uno dei tornei di riferimento. Ho rinunciato a tutte le altre offerte, era un’occasione da cogliere al volo”. L’inizio non è dei più facili, anche perché passare in un grande campionato come il nostro non è mai facile per nessuno, figuriamoci per chi viene praticamente dal nulla.

Dopo un periodo di adattamento, ecco però i primi gol, di cui si ricorda su tutti una super rovesciata contro i campioni d’Italia della Juventus, gol che però non bastano a far salvare la squadra calabrese.

Retrocesso in Serie B, Simy però non si ferma: prima 14 reti con i rossoblu che terminano a metà classifica, poi nella scorsa stagione l’exploit decisivo: a livello di squadra arriva il secondo posto e la conseguente promozione in Serie A, a livello personale si aggiudica il titolo di capocannoniere del campionato con 20 gol, diventando peraltro il primo africano a vincere questa speciale classifica nel campionato cadetto.


E se qualcuno temeva che il ritorno in A avrebbe fermato questa macchina da gol, sicuramente ci si sbagliava. Ad oggi è quarto marcatore del nostro campionato con 16 gol, sotto ai soli Ronaldo, Lukaku e Muriel e addirittura sopra ai vari Ibrahimovic, Immobile, Insigne,… Grazie ad una doppietta rifilata al Torino ha superato Andrea Deflorio divenendo il miglior marcatore nella storia del Crotone, mentre grazie a un’altra doppietta, stavolta alla Lazio, è diventato il calciatore nigeriano a realizzare più gol in una singola stagione di Serie A, superando il record dell'ex interista Obafemi Martins, fermatosi a quota 11. Nonostante il Crotone sia già praticamente retrocesso, probabilmente stavolta l’attaccante nigeriano continuerà la sua esperienza in un altro club di più alto prestigio, magari proprio in Serie A, dove non mancano gli estimatori. Quello che è certo è che a 28 anni Simy ha ancora voglia di stupire, e tutto lascia pensare che continuerà a farlo.

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