REGINA FRAGILE
- Andrea Scoscina
- 20 gen 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Questa è la storia d'una piccola regina,
Che prese il treno una mattina,
Con la vita in mano, e il mondo intorno,
Certa che non ci sarebbe mai stato ritorno.
Giovane, con il cuore sulle labbra,
Labbra di perla, labbra di rabbia,
Ma un vento sporco, di sporca brezza,
Ti spense la voglia, e t'accese la tristezza.
E forse il tuo re, volato via senza avvisarti,
Forse un bacio mai arrivato ad aiutarti,
Che ti convinsero che la vita fosse un errore,
E il mondo intorno la tua prigione.
Forse avevi bisogno d'un abbraccio,
D'una carezza che ti sciogliesse il ghiaccio,
O forse d'un passante che apertamente,
Ti dicesse che il sole risorge sempre.
Poi arrivò quella mattina senza sole,
Ricordi ti sentivi battere forte il cuore,
Prendesti i libri, prendesti la tua vita,
E andasti alla ricerca d'una via d'uscita.
Alla stazione c'era una nebbia scura,
Eri pronta, ma avevi anche paura,
E tra persone con occhi ciechi e amari,
Vedesti il tuo cuore sdraiato sui binari.
Dicono poi che prima di partire,
Inviasti parole d'addio per far capire
Che d'amore, d'amore non si muore,
E che amare non è mai un errore.
Poi una luce, e un forte rumore,
Era arrivato il tuo passaggio per il sole,
Un treno nero, nero di velocità,
Un treno pieno, pieno di libertà.
Tu lo prendesti, senza esitare,
La pelle come neve iniziò a tremare,
A tremare, ma non per il freddo,
Ma perché vedesti il tuo cuor morir contento.
T'ho vista sederti s'una nuvola di more,
Mentre il mondo, sotto, urlava il tuo nome,
E la gente per bene t'imprecava in coro,
Sentendosi come s'un piedistallo d'oro.
Ma tu, senza pretese, senza presunzione,
Volevi solamente raccogliere un fiore,
Un fiore che sarebbe appassito con la realtà,
Un fiore che di nome facesse felicità.
Questa è la tua poesia piccola regina,
Che prendesti il treno quella mattina,
Piccola regina, ma non per una corona,
Ma perché della tua vita la sola padrona.
E voi continuate ad ignorare
Che in un mondo senza figlie,
Alice voleva solamente tornare
Nel suo paese delle meraviglie.
In una prigione d'ombre
Dorme l'essere umano,
Se la pelle e i suoi tagli
Non si danno la mano.
Accogli la pioggia s'esigi un fiore,
Accetta l'errore se pretendi il cuore,
Urla contro il vento se rifiuti la fine,
E rompi un orologio senza pietà,
Da un campo nasce il confine,
Da una catena nasce la libertà.
𝓐
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