Non siamo tutti così
- Elisa Dell'Apa
- 10 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Tutti avrete sicuramente seguito gli ultimi agghiaccianti avvenimenti riguardo alcuni canali Telegram in cui circolavano illegalmente e senza alcun consenso immagini ritraenti ragazze, anche molto molto giovani, nude o in pose provocanti, accompagnate da insulti di ogni genere, incitazioni allo stupro, proposte di scambi di fotografie, et similia.
Eviterò di soffermarmi sui temi del revenge porn, dell’incitazione allo stupro, delle innumerevoli accuse rivolte alle vittime: web e giornali ne sono ricolmi, ed esistono fonti sicuramente più autorevoli di me su cui documentarsi.
Sento però l’esigenza di richiamare l’attenzione su un fenomeno collaterale, che ha seguito immediatamente la notizia dei suddetti canali.
Ciò che mi ha colpito profondamente è stata l’ondata di stories, commenti, post, pubblicati per la maggior parte da uomini, tutti recanti un unico messaggio: “Noi uomini non siamo tutti così”.
Ecco, quest’esigenza incontrollabile di distinguersi subito dagli autori di uno scempio del genere, di allontanarsi immediatamente, prendere al più presto le distanze, ha suscitato in me un grande interrogativo: perché? Perché affannarsi a ribadirlo? Perché sentirsi attaccati da quella che a tutti gli effetti è la denuncia di un crimine?
Da notare, inoltre, come questo avvenga solo quando si tratta di questa tipologia di crimini. Per esempio, quando qualcuno dichiara di essere stato derubato, nessuno si affanna per rendere noto al mondo di non essere un ladro, perché si dà per scontato.
È questo affanno, questa fretta di urlarlo a tutti i costi, che deve far riflettere.
Davvero, leggendo di padri che chiedevano informazioni su come stuprare le loro figlie senza farle piangere, vedendo foto di ragazze minorenni condivise illegalmente, leggendo incitazioni allo stupro e insulti non degni di essere ripetuti, la prima reazione che avete avuto è stata quella di discolparvi, di far vedere al resto del mondo che voi siete diversi, che siete più bravi, che non l’avreste mai fatto? Si riduce a questo la vostra umanità, la vostra empatia?
Sappiate che non vi meritate un premio per non essere così, nessuno vi consegnerà una medaglia perché non avete avuto improvvisamente il bisogno di stuprare una donna o di scambiare con sconosciuti nudes della vostra ex ragazza.
È come se andaste in giro con un cartello che riporta la scritta “non sono un serial killer” o “stanotte non mi è venuta voglia di fare a pezzi mia madre con un’ascia”, o ancora “non esco in strada per sparare al primo che mi trovo davanti”.
Ci sarebbe forse qualcosa di strano nel fatto che voi non siate un assassino? Direi proprio di no. Dunque, per quale motivo dovrebbe essere degno di nota il fatto che voi non siate come gli uomini coinvolti in quei canali Telegram? Non è pertinente. Non ci interessa.
Così facendo, gesti di quel genere vengono normalizzati, e sembra essere speciale e degno di merito il "non essere così"; e questo è assolutamente controproducente. Chi compie atti così riprovevoli deve essere posto in una posizione inferiore dal fatto stesso che li stia compiendo, non dal fatto che ci sia chi invece "non è così".
Smettetela, smettiamola, uomini e donne, di puntarci il dito e cercare di dividere i buoni dai cattivi.
È vero, verissimo, innegabile, che non siete tutti così. Ma siete abbastanza perché si parli di fenomeno sociale.
E, se invece di fare a gara a chi se ne lava le mani per primo, prendessimo coscienza tutti, uomini e donne, di essere tutti quanti parte della stessa società malata che rende possibili, e persino giustifica, atti di questo genere, forse riusciremmo anche a fare qualche passo avanti.
Comments