Lavoro onirico: decodificazione dal pene alla morte
- Edmondo Iandolo
- 15 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Due anni fa, estate inoltrata, la notte aveva già da tempo inghiottito i viali deserti quando sono finalmente tornato a casa, inseguito da uno sciame di sofferenza che odorava di cenere ed alcol. Prestando attenzione ad evitare sguardi umani mi sono ritirato in soffitta dove, in condizioni psichicamente alterate, ho iniziato a leggere “Doppio Sogno” di Arthur Schnitzler, terminandolo la mattina stessa. Nelle pagine dell’autore austriaco la polarità amore-morte si dispiegava con tutta la sua imponderabile verità e portava ad una riconsiderazione del sogno come specchio della coscienza, delle sue paure e dei suoi desideri: questo è il medesimo profondo significato offerto da Freud nella sua “Interpretazione dei sogni”, testo che ci offre una sorta di manuale per decodificare gli elementi e le situazioni che appaiono nei nostri sogni incentrati soprattutto sulla libido e sull’Eros perturbante. Quando ci addormentiamo il sistema intrapsichico svolge un lavoro onirico, trasforma cioè il contenuto latente del nostro pensiero in un contenuto manifesto rendendo la rievocazione del significato reale del sogno possibile solo sul piano dell’interpretazione simbolica: quando in sonno ci appare il desiderio rimosso risalente all’età infantile di scoparci nostro padre in virtù della natura intollerabile di questo pensiero (che costituisce il contenuto latente) il sistema intrapsichico compie un’azione di “spostamento” rendendoci in sogno la rappresentazione del desiderio stesso in forma tollerabile: l’allusione che ne deriva trasforma l’atto sessuale con il padre con l’immagine dell’andare a cavallo. Altri meccanismi onirici di trasformazione sono quelli della condensazione (all’immagine della madre può venire associata una qualsiasi cosa che ci nutra), della rappresentazione plastica (riconduzione di forme astratte a forme concrete in versione di immagini, secondo una regressione ad un pensiero primitivo) e dell’elaborazione secondaria, un filtro ulteriore che quando stiamo per svegliarci fornisce ordine e coerenza al sogno colmando le lacune lasciate dall’inconscio per renderlo più rassicurante. Alla luce di quanto detto ecco una lista di immagini e situazioni descritte da Freud seguite dal loro contenuto latente (tenendo conto che questi simboli sono decontestualizzati ed il loro significato può chiaramente non corrispondere in determinati sogni):
Le scale rappresentano il sesso
Strappare rami dagli alberi rappresenta la masturbazione
Le valigie e l’edificio della Chiesa rappresentano la vagina
Le spade, gli stecchi, i palloncini, i cappelli da donna, i pesci, le fontane, i serpenti, gli aeroplani, alcuni macchinari meccanici complessi ed il numero tre: questi simboli rappresentano il cazzo.
Apparire nudi davanti ad un pubblico di persone vestite ottenendo su di sé sguardi inquisitori senza che però in nessuno si desti uno stupore realmente smisurato a causa della vostra visione: rappresenta la volontà di apparire
La caduta dei denti: terrore della castrazione—> terrore di esseri privati di poteri e privilegi
Sostanzialmente secondo Freud tutti quanti sogniamo continuamente immagini appartenenti alla sfera dell'Eros o comunque rappresentiamo in esso le nostre esigenze: un’interpretazione da molti considerata semplicistica ed errata. Secondo Jung le categorie oniriche dei sogni non necessariamente rappresentano desideri incompiuti, anzi raramente ciò accade, e seguono spesso degli schemi archetipici radicati nell’inconscio collettivo, ma che allo stesso tempo per essere interpretati necessitano un’approfondita conoscenza di chi li sogna. Alcuni soggetti ricorrenti esprimono determinati stati d’animo:
Il giullare/ furfante è l’ansia
La donna nubile è la purezza
L’uomo anziano e dotto è la saggezza
Se è vero che non è detto che il nostro sogno racchiuda un significato di natura sessuale o perturbante, credo sia necessario il dover tener conto che le emozioni umane sono comunque costruite come sovrastrutture di due fondamentali pulsioni primitive: la paura della morte e il desiderio di sesso, il quale può essere comunque ricondotto alla paura della morte. L'uomo è un paradosso secondo Freud, e lo stesso Jung afferma che in lui convivono due aspetti che apparentemente si escludono a vicenda: quello biologico e quello spirituale. Ai tempi di cristo ogni apostolo scrisse il proprio vangelo, e la Chiesa operó una rigida selezione in base all'affinità del contenuto con il messaggio che doveva essere comunicato, un contenuto che spesso era colmo di immagini perturbanti e informazioni inadatte all'ideologia ecclesiastica, dunque intollerabili: allo stesso modo il nostro cervello opera una selezione, compie una scelta di campo, ci guida attraverso un filtro che renda il mondo coerente e tollerabile. Ma è davvero così? Le innumerevoli morti che avvengono in sogno vengono descritte dai sognatori come esperienze trascendenti, dove il corpo del soggetto sognante viene visto dall'esterno dal soggetto stesso, che lo contempla, come se fosse un' anima liberatasi delle pesanti spoglie: per Freud questo è indizio dell'impossibilità dell'uomo di accettare la possibile fine della propria esistenza, una consapevolezza del genere non potrebbe essere sopportata, e così, attraverso un velo, il soggetto si libera della pesante spada di Damocle che ha ucciso suo padre e il padre del padre prima di lui e che, sicuramente, ucciderà anche lui.
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