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La Peste Rossa

Aggiornamento: 5 feb 2020

Non si parla d'altro. Dopo i primi due casi accertati a Roma, il nuovo coronavirus è finito sulla bocca di tutti. Arrivato a bordo di una ignara coppia cinese in vacanza nella penisola, il virus ha portato con sé anche una buona dose di panico. Il consiglio dei ministri ha decretato uno stato d'emergenza di sei mesi, mentre 32 casi sospetti sono tenuti sotto stretta osservazione. Infezione, epidemia, estinzione: sono queste le parole che ci saltano alla mente ogni volta che ne sentiamo parlare. Ma cos'è esattamente questo coronavirus, e come stanno davvero le cose? La situazione è grave come sembra?

Cominciamo dall'inizio.

"Coronavirus" è un termine generico che sta ad indicare una vasta famiglia di virus che provocano negli uomini difficoltà respiratorie più o meno gravi. I coronavirus sono piuttosto diffusi tra mammiferi e uccelli, e può capitare che vengano trasmessi anche ad esseri umani. È il caso dell'epidemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) scoppiata in Cina nel 2002, che fece quasi 400 morti, e quello del virus che sta terrorizzando il mondo in questi giorni.

La nuova infezione ha le sue radici nella città cinese di Wuhan, dove è stata registrata la maggioranza dei casi. Le prime segnalazioni sono arrivate a fine dicembre, quando le autorità mediche locali sono state avvisate di numerosi casi di polmonite dalle cause sconosciute. Circa dieci giorni dopo, la causa di queste polmoniti è stata identificata nel nuovo coronavirus.

La malattia colpisce principalmente le vie respiratorie, provocando febbre, tosse e problemi di respirazione. È proprio attraverso la tosse che il virus si diffonde, passando da persona a persona per via aerea. Solitamente è necessario un contatto diretto e prolungato con il malato per contrarre l'infezione, quindi la maggior parte delle trasmissioni avviene in ambito domestico. Nonostante questo, sempre più persone vengono infettate ogni giorno che passa. Secondo le stime più recenti, il numero dei decessi ammonterebbe a 259, mentre i casi confermati di infezione in tutto il mondo sarebbero circa 12.000. Di questi, 100 sarebbero stati rilevati oltre i confini cinesi. L'infezione ha infatti raggiunto sia gli Stati Uniti che l'Europa, con 2 casi accertati in Italia, 6 in Francia e 7 in Germania. Sempre in Germania, è stato registrato il primo caso di una persona infettata senza essersi recata in Cina, probabilmente entrata in contatto con un malato privo di sintomi manifesti. Questo coronavirus, infatti, presenta un periodo di incubazione (cioè il tempo che passa tra il momento dell'infezione e la comparsa dei primi sintomi) che varia dai 10 ai 14 giorni, nei quali la persona malata, pur non sapendo di esserlo, può infettare

chiunque entri in contatto con lei. Anche i sintomi sono piuttosto vaghi, rendendo difficile l'identificazione tempestiva della malattia e la messa in isolamento del malato, favorendo quindi la diffusione del virus.

In questo clima di tensione globale, con il timore che si diffonde sui social dietro la maschera dei meme e l'estremo rigore delle misure di sicurezza messe in atto dalle nazioni, risulta necessario fare alcune considerazioni.

Neil Ferguson, esperto di salute pubblica all'Imperial College, nel Regno Unito, ha condotto degli studi sulla malattia, rivelando che questa ha un tasso riproduttivo di 2.5-3. Questo significa che ogni persona infetta può aver trasmesso la malattia ad altre tre. Considerando questo ed altri dati, come l'estrema densità demografica della città di Wuhan e il periodo di tempo trascorso da quando la malattia è comparsa, risulta fortemente improbabile che il numero dei casi sia limitato solo alle poche migliaia dichiarate dal governo cinese. È difficile credere che in una città di 11 milioni di persone, dove decine o centinaia di migliaia di individui sono stati esposti al virus quotidianamente per oltre un mese, possano aver contratto la malattia solo in 12.000. Secondo le stime di Ferguson, i casi sarebbero oltre 100.000. Ad avvalorare questa tesi è intervenuto anche un video, caricato sul web, di un'infermiera cinese che afferma di lavorare in un ospedale di Wuhan. La donna, in mascherina e tuta protettiva, sostiene che il numero di infetti ammonti in realtà a 90.000. Nonostante la grande viralità raggiunta da questo video, sono in molti a ritenere che il governo cinese stia occultando le prove dell'enorme diffusione del virus. Questa tesi è supportata dal Daily Mail, che ha riportato numerosi casi di video rimossi, che mostravano gli affollatissimi interni degli ospedali. È probabile, quindi, che il governo cinese stia eliminando questi video e occultando le prove di una vasta diffusione del virus. Comportamenti del genere non sono una novità. Già durante la scorsa epidemia di coronavirus, la SARS del 2002, il governo cinese aveva nascosto le informazioni sui contagi, temendo che notizie simili potessero danneggiare l'economia in forte crescita del paese. Ma se il governo cinese sta effettivamente occultando le prove, significa che sono presenti già 100.000 infetti. Lo scenario, che già sembrava grave, diventa terribile. Giusto?

Dipende. I fattori da tenere in considerazione sono molti. Bisogna tenere presente che la stragrande maggioranza degli infetti è confinata nella città di Wuhan, dalla quale nessuno può uscire. I controlli agli aeroporti sono stringenti, i trattamenti della malattia tempestivi (nei paesi occidentali). A Roma, le autorità mediche hanno fatto sapere che è improbabile che la coppia cinese abbia infettato altre persone. Il tasso di mortalità del virus è relativamente basso, 2%, contro il 10% della SARS. L'età media dei deceduti è superiore ai 75 anni: la morte sopraggiunge, di solito, quando il virus interviene a peggiorare una situazione già compromessa. Se prendiamo in considerazione i soli morti per complicanze dell'influenza, i dati del nuovo coronavirus impallidiscono. In Cina, inoltre, già 210 persone sono completamente guarite, e numerosi centri di ricerca in tutto il mondo sono al lavoro su un vaccino.

Dunque, prevenzione ma senza allarmismi, cautela ma senza panico. Ci troviamo davanti ad un'emergenza sanitaria, ma non è che una delle tante. La situazione è certamente da tenere d'occhio, ma non sarà questo il cataclisma che estinguerà la razza umana.

Forse

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