Il sognatore.
- matteobiancifiori
- 9 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Cos’ è un sognatore? Dostoevskij lo definisce un tipo, un essere umano di genere neutro che però ha un potere davvero sublime: l’immaginazione. Ne “Le notti bianche” lo scrittore russo racconta la vicenda di un uomo solitario, che passa gran parte della sua vita vagando senza meta nella città di Pietroburgo. Egli è il sognatore ideale: ogni piccolo stimolo della realtà attiva freneticamente la capacità creativa del protagonista la quale permette a quest’ultimo di vivere nel mondo perfetto, quello dell’arte. “Non c’è realtà che resti all’altezza del sogno” viene detto in una canzone del rapper italiano Murubutu, e non c’è verità, paradossalmente, più tangibile di questa. D’altronde l’arte vera e propria poggia le sue basi sull’immaginazione, ed ogni processo di una creazione artistica autentica è possibile solo se vi è un collegamento tra la mente dell’artista ed il mondo onirico.
Alcuni personaggi, nella storia, hanno avuto l’occasione di entrare più di altri in contatto con questo “iperuranio”: Leopardi, come Borges, in una situazione di limitatezza visiva, causata dalla siepe nell’”Infinito” per uno e dalle quattro mura di una cantina nel racconto “L’Aleph” per l’altro, si ritrovano nel mondo perfetto, dove “ogni cosa accade senza sovrapporsi e senza creare confusione”, in sinergia con quell’infinito divino presente ovunque nella letteratura di ogni epoca. Anche Dante, nel trentatreesimo canto del Paradiso, sperimenta l’unione con la divinità, il massimo grado di immersione nell’antireale, dove ogni cosa accade, dove tutto il possibile appare agli occhi del poeta fiorentino. L’immaginazione e l’attitudine da sognatore però non sono privilegio di pochi eletti, ma comuni ad ogni essere umano. -Ognuno di noi ha questa caratteristica che ci rende semidivinità, ma poche persone la sviluppano davvero,- dice Bergonzoni in un’intervista,-ed è un peccato-. Ci ritroviamo in un periodo dove il social network è il nostro compagno per antonomasia, il quale ha tutte le caratteristiche del paradiso: l’onniscenza, l’onnipresenza, l’immortalità ed il superamento dei corpi, ma è artificiale. Perché accontentarsi di un artefatto? Possiamo vivere Odissee tutte nostre, essere degli imputati in un tribunale fittizio con Josef K., vivere in un futuro lontano creando un Calcolatore Analogico in grado di invertire l’entropia dell’ universo oppure piangere con Dedalo la caduta di Icaro… Abbiamo una grandissima opportunità in questo periodo, sfruttiamola ed annichiliremo ogni tentativo di chiunque, anche di noi stessi, di farci sentire chiusi in gabbia, guadagnando una libertà inconcepibile.
Comments