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Il mio demone

Oggi son tornato alla dannata via,

Quella ripida e deviata

Dove in una bella giornata

Avvenne la stregoneria.


Mi annoiavo, a camminare

E tu senza esserti mosso

Mi spingesti in un fosso,

Come tuo solito fare


Con gli occhi.


Non conoscevo né te né la tua natura

E dopo l'improvvisa caduta

La perplessità in me era acuta

Di sapere chi con poca cura


Si era divertito a scontrarmi.

Ti nascondevi nella penombra

Ma sfioravi le mie membra

Quasi volessi testarmi.


Avidamente.


Mi trovai altrove, tutto d'un tratto

E dato che la strada precedente

Non mi faceva provare niente

Ciò non mi dispiacque affatto;


Che quando ti senti morto dentro

Anche a costo di ferirti

Pur di ri-riuscire a percepirti

Perdi il baricentro.


Buttandoti.


Tu mi attendevi là sotto

In quel paradiso terrestre,

Lussurioso e silvestre,

Nel quale mi avevi condotto.


Mentre io insetto, attratto dal fuoco

Mi avvicinai incoscientemente,

Poiché per la mia mente

Era solo un gioco.


All'apparenza.


Colpi di fulmine, mare in tempesta

Di un'energia superiore;

Sovrani odio e amore

Regnavano la mia testa


La tua natura dualistica

Divide la mia persona

Confondendomi ancora,

Da non essere realistica


Tutt'ora.


Sei la bellezza del pericolo

Che sempre attraente

Annebbia la mia mente

Mettendomi in ridicolo.


Sei la grossa risata

Sulla bocca vermiglia

Di una me che t'assomiglia

Totalmente dissanguata


Malata.


Odio quando te ne vai

Odio quando rimani a farmi male

Odio me, perché te lo lascio fare;

e tu nemmeno lo sai


Sembra che tu in questo momento

Sia la cosa più interessante a capitarmi

Fai venire in me la voglia di schiantarmi

Su te, su un muro, su un pavimento.


Di testa.


Talvolta sei vittima di te stesso,

Sperimentando i periodi bui

Ma ti cibi dell'animo altrui

Finché non entra in tuo possesso


Io son perso, tu pensa,

Nel tuo abbraccio blasfemo

Ch'è come dolce veleno;

Rivoglio la mia indipendenza.


Fasciata.


Penso sia giunta l'ora, burattinaio,

di fermare questa giostra

Ed allentare la morsa.

Fino al momento del mio risveglio.


Demone fu,

Ed ora giace nella mia memoria

Quella bestia senza dimora

Non mi tormenta più.



{Con gli occhi avidamente buttandoti all'apparenza tutt'ora malata, di testa fasciata.}

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