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Giorgiana Masi, morta esercitando i propri diritti

Giorgiana Masi moriva il 12 maggio di quarantatré anni fa su ponte Garibaldi a Roma, era una ragazza di diciannove anni, sarebbe potuta essere una di noi. Nel clima di paura che viveva il paese in quegli anni, dopo che il ministro degli interni, Francesco Cossiga, aveva vietato le manifestazioni nella capitale fino al successivo 31 giugno, il Partito Radicale di Marco Pannella decise di convocare un sit-in nonviolento in piazza Navona per festeggiare il terzo anniversario della vittoria del divorzio, ma anche per iniziare una nuova raccolta firme su un pacchetto di referendum, tra i quali c'era il finanziamento pubblico ai partiti e le leggi del codice Rocco, risalenti al fascismo. Per strada c'erano anche i militanti di Autonomia Operaia. La polizia bloccò tutte le entrate sulla piazza. Laura Arconti, militante del Partito Radicale, nel suo libro "Una ragazza del '900", raccontò quel giorno dicendo: "Nella piazza c'era il palco, ed alcune persone che cercavano di raggiungerlo, ma venivano regolarmente fermate da agenti in divisa della Polizia di Stato. [...] Avevo saputo che c'erano state cariche della Polizia contro persone che venivano definite "manifestanti extraparlamentari non autorizzati. [...] Quando fu buio, partirono alcuni colpi di gas lacrimogeni, un agente disse poi che un manifestante aveva lanciato una bottiglia molotoff, ma in piazza c'erano soltanto bottigliette vuote di acqua minerale." Si iniziò a sparare. Alle 20.05 Giorgiana Masi venne colpita da un proiettile all'addome. Su ponte Garibaldi trovò la morte.

La targa commemorativa su ponte Garibaldi

Nei giorni successivi all'interrogazione di Marco Pannella il ministro Cossiga ebbe il coraggio di dire: "Quel giorno la polizia non ha sparato", Cossiga affermava che Giorgiana era stata uccisa dal "fuoco amico", dagli spari degli autonomi di sinistra, per intenderci. Il Partito Radicale intanto ricopriva i muri della capitale con i manifesti raffiguranti uomini della polizia in borghese, con le P38 in mano, in alcuni filmati si può addirittura vedere la fiamma uscire dalla pistola durante lo sparo. Marco Pannella durante una tribuna politica del 26 maggio '77 disse: "Quando sono venuto qui, temendo ch'io parlassi di questo (del 12 maggio, ndr), e ne parlo, e non posso non parlarne, sono andati in crisi perché ho detto che avrei avuto, magari appese al collo, qualche fotografia di quel 12 maggio. Ed è questa la fotografia appesa al collo, in mezzo ad altre. Vedete questi autonomi, questi assassini che stanno ammazzando poliziotti? Li riconosciamo. Vedete la spranga, il volto... teppisti. Li avete visti bene. Potremmo vederne degli altri. Volete vedere una P38, un'arma a tamburo, eccola qui. Il 12 maggio ce n'erano a centinaia di questa gente: assassini dei poliziotti, eran poliziotti! Noi questo dobbiamo dire, che il tempo dei lupi è venuto, stanno scendendo dalla montagna gli assassini, è vero, da nove anni! A piazza Fontana, vi ricordate Pinelli, Valpreda? Non vi ricordate la nostra solitudine quando dicevamo che dietro c'era lo stato?".

Ad oggi la morte di Giorgiana Masi è ancora coperta da una coltre di nebbia, qualche decennio dopo Cossiga dichiarò di essere stato ingannato dai suoi collaboratori, ma mai si è stabilita la verità, perché l'unica cosa certa è che fu assassino di stato.



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