FilmAdvisor:Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvadores
- Dennis Leska
- 13 feb 2020
- Tempo di lettura: 3 min
"La felicità non è un diritto, è un colpo di culo."
Diego Abatantuono
Tutto il mio folle amore è un film intenso diretto da Gabriele Salvatores, con Claudio Santamaria, Giulio Pranno alla sua prima volta sullo schermo, Valeria Golino e Diego Abatantuono. Vincent ha sedici anni, vive a Trieste ed è affetto da una forma seria di autismo. Vive con sua madre Elena e suo padre adottivo Mario i quali si sono ritrovati a gestire anni difficili. Una sera, però, arriva Willi, cantante da matrimoni, balere e padre naturale del ragazzo che dopo aver abbandonato Elena si fa coraggio per conoscere finalmente suo figlio. Sarà questo atto a dare inizio ad un’avventura che porterà Vincent a nascondersi nel furgone del vero padre fino in Slovenia, per poi arrivare insieme in Croazia. Nel frattempo Elena e Mario si metteranno alla ricerca del figlio e, in quello stesso viaggio, riusciranno a dirsi quello che fino a poco prima non si erano mai detti. Un film empatico, quello di Salvatores, che riesce a raccontare con grazia e dolcezza una situazione reale e dalle sfumature complesse. La pellicola fa un chiaro riferimento alle paure più recondite, toccando un tema importantissimo e attuale come la diversità. Attraverso un percorso volto a definire la normalità come concetto relativo, Tutto il mio folle amore cerca di dare una spiegazione ai grandi temi attraverso un viaggio tra padre e figlio, i quali pur non conoscendosi, intraprendono un percorso fantastico ed a tratti surreale per potersi migliorare a vicenda. Passando tra la Slovenia e la Croazia, i due si ritrovano soli, con pochi mezzi e tanti momenti di sfortuna, a collaborare e a crescere insieme fino a far sfociare un forte amore che per tanto tempo nessuno dei due era riuscito ad esprimere a pieno. In questo film non è importante il punto di partenza o la meta, ma è fondamentale il viaggio. Quello esterno, tra i paesaggi vissuti e interno, in ciò che risuona dentro. Lo stesso che creerà legami più forti, indissolubili e una piena consapevolezza di quello che si è e di ciò che si vuole. Ma come in ogni road movie che si rispetti il paesaggio è fondamentale per lo sviluppo di storia e personaggi. Giulio Pranno è eccezionale, dotato di un forte carisma personale e capace di immedesimarsi nella mente e nel mondo di Vincent alla perfezione, dando vita ad un ragazzo sì con dei problemi e attimi di stranezze, ma soprattutto frizzante, brioso, con grande vitalità e coraggio. Santamaria interpreta in modo impeccabile un personaggio fragile e malinconico che riscoprirà l’amore per l’essere padre, Golino è anarchica e inqueta, un po’ come il figlio che da lei non ha preso solo l’intensità e vivacità dello sguardo, mentre Abatantuono rappresenta il giusto spunto di comicità e buon senso, rendendo il tutto un po’ più leggero. Fotografia di altissimo livello di Italo Petriccione,che riesce a dare perfettamente risalto ai molteplici panorami di questo film. Ottimo lavoro anche di Massimo Fiocchi,che è riuscito ad alternare impeccabilmente le scene veloci, dando cosi quel senso di viaggio movimentato e difficile con quelle lente per dare importanza e spazio alle azioni affettuose del padre verso il figlio. A completare questo magnifico film e anche l’ottimo lavoro di Mauro Pagani con le musiche che si abbinano perfettamente allo stato d’animo dei personaggi ed alle situazioni emotive.
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