DISSOLVENZA
- Lorenzo Viola
- 11 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Guardami, dimmi se riconosci tratti di uomo nel mio volto, nei miei occhi che assenti s'appigliano ad un punto qualunque, ad una qualunque ragione, a questi miei occhi, sfiancati da una vita che ha preteso troppo, stanchi d'un così usuale movimento, perché nessuno gli chiede più di muoversi, non mia moglie per decidere tra questo o l'altro vestito, né i miei figli per decidere quale disegno appendere al muro della loro camera da letto, né tantomeno me, con una faccia schiacciata contro un catetere. I miei occhi sono immobili, lontani nella loro solitudine ed io con loro, sto fuori da questo mondo su cui non voglio posar lo sguardo. Guardami, dimmi se riconosci tratti d'uomo, in queste braccia, queste mani che cadono verso il basso senza opporre resistenza alcuna, queste mani che sobbalzano solo ai singhiozzi della vita e che per il resto frusciano al frusciar del vento. Guardami, dimmi se riconosci tratti d'uomo in queste gambe, sì, queste gambe che non conoscono più terra su cui pioggiar piede, queste gambe che a malapena riescon a sorreggere un corpo e se lo fanno bastare, che gridano persino a questo minimo sforzo. Guardami, dimmi se riconosci tratti d'uomo nelle mie labbra serrate dove le parole si sono screpolate da anni, nella mia mente che ricorda una vita intera senza aver mezzo alcuno per darle una voce, dove i pensieri tacciono e aridiscono, si sfaldano, appassiscono come il mio volto, il mio sguardo, le mie mani, le mie gambe, come me, cimitero di sogni, pallida ruga di un presente che pesa, foglia che resiste debolmente all'inverno del tempo. Nulla più si muove del mio corpo, perché del mio animo rimane soltanto l'indifferente pretesa di non voler null'altro che questo: niente. Vivo perché morire vorrebbe dir muover lo sguardo, alzar le mani, poggiare il piede. Ed io non ne ho la forza. La morte sarebbe poco più di un silenzio, d'un sospiro interrotto nel batter d'ali di questa vita. Eppure neanche questo, no, non muoio. Non tento neanche d'essere un bisbiglio per questo mondo, questo lontano mondo che m'era tanto caro, che per me era tutta una vita e che adesso mi si presenta come un'arida e strenua resistenza. Guardami dunque riconosci in me tratti d'uomo?
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