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Come il covid si è preso lo sport

Stadi vuoti, centri sportivi deserti, impianti dimenticati, piscine e palestre chiuse. Non si tratta dell'inizio di un film apocalittico bensì della realtà che stiamo vivendo. Sì, perché purtroppo tra i tanti settori duramente colpiti e messi alla prova dal Covid-19 troviamo anche quello dello sport. Una mancanza forse ancora troppo grande da rendersene conto, ma che sta avendo e continuerà ad avere ripercussioni purtroppo estremamente negative sulla nostra vita di tutti i giorni. In quanti di noi durante quest'anno hanno dovuto mettere da parte la propria attività sportiva? Che si trattasse del calcio o della danza, del basket o della pallavolo o anche di un semplice abbonamento in palestra. Tutti ci siamo dovuti fermare.

Da marzo scorso infatti, con l'inizio del tanto sofferto lockdown, chi praticava sport è stato costretto a dover rinunciare a tutto questo. La gioia di stare con i propri/le proprie comagni/e, le corse per non fare tardi agli allenamenti, le chiacchiere negli spogliatoi, i sorrisi dopo una vittoria, la stanchezza una volta tornati a casa. Tutto questo e tanto altro. Tutte cose che non abbiamo più avuto. Perché poi, diciamoci la verità, allenarsi da soli a casa non è per nulla la stessa cosa. E così anche tutti coloro che lavorano e si mantengono con queste attività stanno risentendo notevolmente di questa situazione. Molte volte quando pensiamo allo sport facciamo riferimento a ciò che vediamo in televisione. In realtà quella è solo la punta di un grande iceberg molto più vasto. Un mondo fatto di persone che amano lo sport non per soldi né per visibilità, e che ne fanno di esso il proprio strumento di vita. Si tratta di pura passione, di valori trasmessi, il tutto senza grandi fonti di guadagno.


E poi ci sono i giovani, molti dei quali hanno oramai definitivamente abbandonato le proprie attività. In Italia specialmente il panorama sportivo giovanile è sempre stato troppo poco considerato, in relazione anche a tutti quei paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, dove lo sport è parte integrante e fondamentale anche all'interno degli stessi edifici scolastici. Per rendere meglio l'idea ogni scuola americana ha una sua squadra nelle varie discipline con cui compete con le altre. Nel nostro paese molto spesso le scuole non dispongono neanche di strutture all'altezza , con palestre non adeguate e spogliatoi spesso inagibili o in condizioni precarie. Fortunatamente all'esterno sono presenti tanti centri e impianti sportivi nei quali recarsi e poter praticare sport. Ma come abbiamo visto con la pandemia molti sono falliti, altri sono tutt'ora appesi a un filo e in generale, anche per chi sta resistendo, ci si è dovuti riadattare a un nuovo e difficoltoso contesto. Contesto anni luce distante da quello sportivo. Nonostante siano riaperte, molte attività devono seguire rigorose normative, tra cui il rispetto della distanza interpersonale di un metro, la costante misurazione della temperatura, l'indisponibilità degli spogliatoi e la continua igienizzazione, per citarne i più importanti. Tutti fattori che, specialmente per chi pratica sport di contatto o comunque attività di squadra, allontanano la concezione di sport da quella che è realmente. Come se non bastasse molte competizioni, molti campionati e gare, sono state sospese e (per ora) rimandate. E per quelle poche che continuano ad andare avanti vi sono molte mancanze, una su tutte il pubblico.


E così ci stiamo impigrendo sempre di più, non facciamo neanche più educazione fisica a scuola per via della Dad e i nostri spostamenti si limitano allo spostarsi dal letto al divano, o a semplici corse e camminate al parco. Purtroppo il tempo per lamentarsi e rimpiangere tutto ciò che stiamo perdendo è inutile. Bisogna solamente tenere duro e farsi trovare pronti quanto si tornerà alla normalità. E facciamoci una promessa: non appena ne avremo occasione torneremo a riempire e a colorare gli stadi, gli impianti e la palestre. Torneremo ad allenarci e a divertirci. Torneremo a fare tutto ciò che ci distrae dalla noiosa quotidianità. È una promessa. Una grande promessa che dobbiamo fare a noi stessi ma anche a tutto lo sport.


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