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Alla riscoperta di noi stessi

Mantenendo a cuore tutte le persone che stanno lavorando, stanno soffrendo o sono decedute a causa del virus, questa situazione ci sta riportando a momenti che non vivevamo da anni. Il dover per forza restare a casa ci sta facendo riscoprire la bellezza dello stare insieme con la propria famiglia, la bellezza dei momenti dedicati soltanto a noi stessi; a un bel libro, a uno strumento, a un film, a una poesia e a qualsiasi altro tipo di passione. La vita frenetica in una città come Roma è struggente, ti allontana inconsciamente da quello che è il vero soffio dell’essere, ti porta a stress, a nevrosi e a non capire cosa sia giusto o sbagliato, reale o finzione, terreno o etereo. E piano piano ti discosti dalle cose che veramente ti fanno stare bene, ti avvicini sempre di più all’idea che per staccare tu abbia bisogno di chattare, di organizzarti ogni istante, di controllare la home di Instagram. In una fase di smarrimento dell’io si è inavvertitamente insicuri, persi nei giudizi altrui, nel dover dimostrare ad un pubblico affamato la propria essenza. Così facendo diveniamo unicamente affabile superficialità, irriflessiva sostanza. Allontaniamoci un attimo da questo menzognero turbine, analizziamoci nei nostri più profondi valori e, come diceva Sepúlveda, riusciremo a vivere una vita di formidabili passioni.

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