7 PAROLE INGLESI CHE SONO STATE ITALIANIZZATE
- Floriana Moroni
- 8 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Da sempre in campo linguistico è stato studiato il fenomeno dei prestiti lessicali e degli anglicismi che colorano la nostra lingua italiana, che come tutte le lingue vive, è in continuo mutamento. Vi propongo qui una lista di 7 parole inglesi che si sono mescolate al nostro vocabolario quotidiano e che fanno ormai parte del nostro patrimonio culturale.

In campo cinematografico vengono utilizzati due termini che esprimono due azioni diverse.
1) spoilerare, o più semplicemente fare uno spoiler, vuol dire rovinare il finale di un film o una serie TV rivelandone integralmente o parzialmente la trama;
2) fare binge-watching ossia la pratica dell'iniziare una serie TV e guardarla fino alla fine senza interruzioni, spesso perdendo ore di sonno.
Questa terza parola risulterà fin troppo familiare agli appassionati di videogiochi online che si saranno ritrovati ad utilizzarla in particolar modo durante questo periodo di quarantena a causa dei problemi di rete che abbiamo tutti, chi più chi meno, provato sulla nostra pelle.
3) crashare, quando durante una partita online ci sono interferenze di rete che rendono difficoltoso giocare.
Seguono altri tre termini che sono originati dal mondo dei social media e dei quali non possiamo fare a meno.
4) bannare, utilizzato per dire essere bloccato su un social;
5) chattare, forse il più comune fra tutti ma la sua particolarità è che persino in inglese questo verbo non rispecchia il suo vero significato. Se dovessimo infatti tradurre to chat in italiano, la traduzione corretta sarebbe chiacchierare, viene invece ormai quasi sempre utilizzato per indicare una conversazione via messaggi;
6) photoshoppare, quando un’influencer posta una foto in costume ma le piante sullo sfondo assumono strane forme geometriche.
L'ultima parola può presentarsi sia sotto forma di nome proprio di cosa che di verbo al participio passato.
7) skill/skillato, dove nel caso del nome vuol dire abilità acquisita, mentre nel caso del verbo funge da aggettivo.
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